Antonella fabbricatore e Assunta Pavone spingono quelli che amano il sud e vogliono che il sud viva e splenda di luce propria a unirsi per lottare e non subire, lottare per decidere e unirsi per portare avanti le battaglie sui diritti
La manovra di bilancio del governo vede ancora una volta una riduzione delle spese per investimenti al sud e l'uso dei Fondi di Coesione dell'Europa sostitutivi e non aggiuntivi (come prevede invece l'Unione Europea) dei fondi ordinari per investimenti nel sud.
Continua il gioco al massacro dei governi nei confronti di sud lasciato andare alla deriva, senza prospettive, nell'illusione che il paese possa andare avanti e competere a livello internazionale soltanto con il nord, "ricco e laborioso".
Il Presidente di 34testalsud interviene nel dibattito scaturito dal rapporto SVIMEZ presentato ieri a Roma. Da tale rapporto si evince che gli amministratori locali del sud hanno gestito bene la fase di attuazione del PNRR e l'utilizzo dei fondi di coesione hanno contribuito ad una crescita significativa nel 2024. Ma sottolinea come in mancanza di politiche strutturali finalizzate alla crescita vi sarà un inevitabile rallentamento della stessa. L'Italia ha bisogno del sud e il sud ha bisogno di un solido progetto politico di investimenti per infrastrutture strategiche e quelle al servizio dei diritti dei singoli, come sanità e scuola.
La fine della decontribuzione avrà un forte impatto sull'economia della Sicilia, rischiando così di vanificare la crescita occupazionale che si stava verificando. L'interruzione improvvisa poteva esser rallentata per consentire un regolare aggiustamento, ma il governo ha preferito risparmiare su questi incentivi per il sud e favorire piccoli interessi elettorali.
Pietro Massimo Busetta, come al solito, ci presenta un punto di vista diverso da quello in auge in questo momento: il ponte sullo stretto è un'opera necessaria. Ma aggiunge due valutazione. Il ponte non serve a collegare la Sicilia con la Calabria, ma a consentire che i collegamenti tra le aree portuali siano in grado di essere alternativa ai grandi porti del nord europa come Amsterdam. E, nel contempo, si deve pretendere che le risorse necessarie per la realizzazione del ponte sullo stretto siano finanziate con la fiscalità generale, perchè i fondi di svlippo e coesione dovranno servire per le altre opere a corredo e di cui il sud ha estremo bisogno.
Pietro Massimo Busetta critica la scelta della ZES unica per il Mezzogiorno, che non può attirare investimenti dall'estero se si seguono i vecchi criteri dei crediti d'imposte e della fiscalità di vantaggio.
Oggi c'è bisogno di obiettivi certi, percorsi definiti, un impegno preciso che possa portare ad un giudizio chiaro sugli obiettivi da raggiungere.
Il Mezzogiorno va considerato come un'azienda.
Ed infine un invito a lavorare perchè il Mezzogiorno recuperi il suo ruolo anche attraverso una sua rappresentanza, che oggi manca.
Pietro Spirito commenta e analizza il rapporto ISFOR, l'istituto di formazione delle ferrovie italiane, in particolare evidenzia la persistenza e la crescita dei divari territoriali nell'uso dei mezzi pubblici di trasporto, che vede al sud una percentuale di utilizzo del 5,5% e al nord del 12%. Altro focus sul rapporto tra reddito medio procapite e mobilità sostenibile, che è proporzionale alla ricchezza dei comuni e va dal 20,6% dei comuni con reddito procapite di 15.000euro al 39,6% dei comuni con reddito procapite oltre i 25.000euro.
Busetta parte dalle dichiarazioni del ministro Musumeci che addebita agli abitanti del sud la loro condizione di minore sviluppo e minore possibilità di lavorare e studiare, per evidenziare come la mancanza di infrastrutture e servizi continui a caratterizzare la realtà del sud, con un governo che sposta nel tempo gli investimenti previsti o li cancella.
Rapporto SVIMEZ. Davide Carlucci nel suo articolo ritiene che la crescita del Pil in molte regioni del Sud, determinato dal combinato Pnrr+superbonus, è un fattore positivo. Che cifre come il +44 per cento dell'edilizia non si erano mai registrati. E aggiunge che qualcuno dirà che questa è una crescita drogata. Altri parleranno invece di approccio keynesiano. Punti di vista. Invece c'è chi ritiene che si è trattato solo di edilizia, un fenomeno effimero legato al superbonus, mentre industria e agricoltura arretrano e l'emigrazione giovanile non si ferma.
Pietro Massmo Busetta prende ad esempio le scelte strategiche spagnole rispetto alle aree periferiche, per dimostrare come questa strategia abbia prodotto nel tempo un aumento del PIL pro-capite delle aree del "sud" della Spagna come l'Andalusia, un aumento dei posti di lavoro e un aumento della popolazione. Questa strategia si riverbera anche nella localizzazione dei grandi eventi, che in Italia vede la scelta cadere sempre nelle aree del nord, in quelle più sviluppate, rinunciando a rilanciare investimenti in città e zone del Sud. Al centro della riflessione il ruolo dei privati e il ruolo dello Stato, che in Italia è completamente assente.
Un contributo di Pietro Spirito di @34testalsud
La nuova politica industriale del governo Meloni, che dovrebbe consentire all'Italia di restare un paese industrializzato, avanzato e moderno vede il Mezzogiorno dimenticato, non viene considerato come possibile asset da mettere in campo per definire uno scenario di sviluppo territoriale. #melonidimettiti
Rapporto SVIMEZ: Complessivamente, nel triennio 2025-2027, le risorse destinate a misure specifiche per il Mezzogiorno dovrebbero ridursi di 5,3 miliardi di euro». Lo afferma lo Svimez, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, nella Memoria sulla manovra depositata alla Camera. Il documento calcola gli effetti finanziari nel triennio delle misure specifiche per il Mezzogiorno contenute in manovra (abrogazione di decontribuzione Sud, Fondo interventi per il Mezzogiorno, credito di imposta Zes Unica e sgravio contributivo neo-assunti Zes Unica): 1,78 miliardi in meno nel 2025, -2,92 miliardi nel 2026 e -625 milioni nel 2026.
La mappa dei progetti di efficientamento energetico finanziati con il PNRR presenta dati che confermano ancora una volta che il sud è penalizzato, e dire che il 40% delle risorse del PNRR dovevano essere destinate al Mezzogiorno.
Marco Esposito, segretario di #34Testalsud, critica in maniera forte un articolo comparso sul quotidiano Avvenire che "suggerisce" di incentivare l'emigrazione dei giovani dal sud verso il nord per rispondere alle offerte di lavoro da parte delle industrie del nord. E' questa una proposta indecente e miope che porta allo svuotamento del sud e ad una inevitabile crisi demografica di tutto il paese.
Marco Esposito, segretario dell'associazione #34testalsud, denuncia l'ennesimo scippo ai danni del sud: ridotti della metà i trasferimenti per investimenti previsti nelle leggi finanziarie precedenti
Pietro Massimo Busetta torna sul tema della mancanza dei diritti al sud, che determina un gap generazionale e di crescita del paese. Nel suo articolo evidenzia come la mancanza del lavoro costi al sud 20miliardi l'anno, per la migrazione verso il nord e altri paese dei nostri giovani, circa 100mila formati nelle scuole del sud. Solo una politica che investa al sud sarà in grado di garantire il diritto al lavoro dei nostri giovani, ridurre le disuguaglianze e rilanciare il paese.
La reazione dei cittadini, in particolare dei meridionali, all'Autonomia differenziata che vuole formalizzare la "spesa storica", con la consuetudine dei governi ad assegnare al nord più risorse che al sud, che ha portato il sud alla deindustrializzazione e all'emigrazione, ha portato alla consapevolezza che non debbono più esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Ma questo non basta. E' necessario investire al sud per garantire una sempre maggiore occupazione, affinchè i diritti ai servizi che i cittadini chiedono possanno avere effettività.
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Pietro Massimo Busetta prende atto della rapidità della nomina del neo ministro per il sud e definisce gli impegni che lo stesso dovrà assumere per il rilancio di questo pezzo d'Italia, incominciando a destinare al sud il 40% delle risorse del PNRR, come previsto dagli accordi con Bruxelles e mai rispettati.
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Scarica PDFLettera alla Presidente del Consiglio di 100 sindaci del Sud e uomini liberi che ritengono la politica non un affare di pochi eletti, ma l'esercizio principale della democrazia, che consente a tutti di poter partecipare attivamente alla vita del Paese.
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