Marco Esposito denuncia la scelta scellerata del Governo Meloni di abbassare al sud e nelle aree disagiate la percentuale dei nuovi posti disponibili negli asili nido
Il governo Meloni tradisce il Sud e consente alla Lega di trasferire al nord i soldi destinati ad aprire gli asili nido al sud
Secondo il nuovo Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029, il governo ha stabilito che a livello regionale sarà sufficiente raggiungere una soglia del 15% dei posti disponibili per i bambini sotto i tre anni. La discrepanza è evidente: mentre a livello nazionale rimane valido l’obiettivo del 33%, nelle regioni del Sud, dove il gap di offerta è già drammaticamente evidente, il governo riduce ulteriormente le aspettative. Chi nasce al Sud, quindi, dovrà accontentarsi di molto meno.
Busetta, come Marco Esposito con un video, svela l'imbroglio dei soldi per gli asili nido tolti al sud e della riduzione della spesa per la gestione degli asili realizzati, che si dimezza proprio al sud che ne ha più bisogno. Emerge con chiarezza la volontà di premiare chi ha già molto e penalizzare chi ha poco, come se i diritti dei bambini fossero una variabile regionale e non diritti assoluti. Nella stessa pagina Pietro Spirito evidenzia la vergogna di alcuni professionisti che rappresentano gli interessi di singole Regioni innanzi alla Consulta e sono membri dei comitati per la definizione dei LEP. #D'Orlandodimettiti
30 ottobre - Come denunciato da 34testalsud, a PNRR concluso, proprio quando tutte le strutture dovrebbero funzionare a pieno regime, una maggiorazione di “almeno il 20%”rispetto alla spesa pubblica annua dedicata nel 2021, risulta essere assolutamente insufficiente non solo per nuovi investimenti ma addirittura per completare gli investimenti in essere, dal momento che i Comuni non potranno intervenire per completare le opere con risorse proprie, a causa degli ulteriori tagli alle risorse già previsti nel disegno di legge di bilancio 2025
la truffa degli asili nido sottratti al sud
Il governo ha preso una decisione che segna uno spartiacque nella gestione delle politiche sociali per la prima infanzia scegliendo di abbassare i livelli essenziali di prestazione (Lep) per l’accesso agli asili nido
La riduzione del target al 15% in alcune regioni non è solo un ripiego tecnico ma un vero e proprio abbandono di un principio di uguaglianza sociale che dovrebbe essere il cuore delle politiche di un Paese moderno. Garantire un’adeguata disponibilità di posti per i servizi per l’infanzia è una delle chiavi di volta per contrastare le disuguaglianze socio-economiche e abbassare le aspettative proprio in quelle aree che avrebbero più bisogno di un investimento massiccio è, a dir poco, irresponsabile.
I servizi educativi dell’infanzia dovrebbero servire a recuperare il gap delle fasce più svantaggiate della popolazione: oggi invece funziona al contrario. E continuerà ad essere così, dobbiamo lottare per confermare l’obiettivo di assicurare il 33% di copertura di asili nido ai bambini di tutti i Comuni italiani. Forse, così si comincia a capire un po’ di più lo spirito profondo della autonomia differenziata in salsa governativa: cristallizzare ed approfondire i divari territoriali e sociali.
Oltre alle critiche politiche alle scelte del governo rimane il dato di fatto: con questa decisione il governo sta disegnando un’Italia ancora più diseguale, dove il diritto di accesso ai servizi per l’infanzia è una concessione geografica. L’antipasto per chi crede che l’Autonomia differenziata sia il metodo dolce per spaccare il Paese è servito: i Lep sono le foglie di fico che non nascondono l’intimo desiderio di secessione
L'associazione 34 Testa al Sud denuncia questa ennesima aggressione ai diritti sanciti dalle leggi. Questa è l'autonomia differenziata della destra: accentuare le diseguaglianze, soprattutto quelle particolarmente odiose. La scienza ha dimostrato che l'educazione nei primi 1.000 giorni di vita decide il futuro dei bambini. Evidentemente questo governo non è interessato al futuro delle nuove generazioni del sud.
34TestalSud chiede rispetto e giustizia per il Sud
Dopo i finanziamenti del PNRR, i pochi asili nido realizzati al Sud rischiano di restare senza risorse per funzionare, vanificando un'opportunità fondamentale per le famiglie e la crescita dei bambini.
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