Il rapporto Gimbe sulla sanità in Italia - dati 2023.
Nel 2023 circa un quarto della spesa sanitaria complessiva italiana è stata sostenuta direttamente dalle famiglie: si tratta di una quota fra le più alte in Europa (in Francia e in Germania l’incidenza è del 10 per cento circa secondo l’Eurostat). Il report Gimbe presentato questa mattina al meeting dell’”Osservatorio nazionale welfare e salute” certifica infatti che la spesa cosiddetta out of pocket ha superato i 40 miliardi di euro (quella pubblica è stata pari a circa 130 miliardi).
La spesa sanitaria privata traccia l’ennesimo solco fra chi, per rimediare alle carenze del settore pubblico, può rivolgersi ai fornitori privati e chi è invece costretto a limitare le cure o rinunciarvi del tutto. E come sempre accade in Italia la differenza fra “chi può” e “chi non può” ha una chiara demarcazione territoriale: il valore più elevato della spesa out of pocket si registra in Lombardia (1.023 euro pro capite), il più basso in Basilicata (377 euro). Questi dati dimostrano ancora una volta che il diritto alla salute nel nostro Paese dipende dal livello di reddito, in spregio all’art. 32 della Costituzione.
Fonte Gimbe https://www.salviamo-ssn.it/attivita/osservatorio.it-IT.html
La sanità è un diritto insopprimibile dei cittadini.
Questo il senso della sentenza della Consulta sul ricorso presentato dalla Regione Campania contro la decisione del governo di ridurre le spese per la sanità pubblica. E' questa certamente una sentenza storica, perchè la Corte afferma che il principio costituzionale del diritto alla salute non può essere compresso, se non dopo aver verificato la possibilità di ridurre altre spese non concernenti i diritti dei cittadini.
ECCO LA SENTENZA DELLA CORTE CHE DICHIARA ILLEGITTIME LE NORME CHE RIDUCONO I DIRITTI FONDAMENTALI DEI CITTADINI
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Scarica PDFTentativo sventato di dimostrare una presunta inefficienza delle strutture sanitarie al sud e dei costi eccessivi delle cure sanitarie. Ecco la risposta alla fake di Bassetti e company di #34testalsud.
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Sanità: senza infermieri il Sud è destinato al collasso
La crisi degli infermieri in Italia sta assumendo proporzioni drammatiche, ma è nel Mezzogiorno che il problema diventa emergenza.
Secondo il rapporto GIMBE pubblicato oggi, i cui studi offrono da anni un prezioso contributo di analisi del sistema sanitario in Italia, in Campania ci sono appena 3,83 infermieri ogni 1.000 abitanti, mentre in Liguria il numero è quasi doppio.
Le regioni del Sud, già penalizzate da anni di tagli e piani di rientro, rischiano di trovarsi con ospedali senza personale sufficiente e un’assistenza territoriale inesistente.
Quali le cause: stipendi bassi, contratti precari e condizioni di lavoro sempre più dure spingono i giovani a fuggire, lasciando scoperti reparti e servizi essenziali.
Noi chiediamo una distribuzione equa delle risorse e un serio piano nazionale per la sanità.
I cittadini del Sud non possono essere sempre più privati di un diritto fondamentale: quello alla salute.
34 Testa al Sud è sempre di più impegnata per denunciare e contrastare questa deriva nel welfare, che aggiunge carenze a carenze e limita ogni giorno di più i diritti dei cittadini, in specie quelli del Sud.
Guarda i dati e le tabelle, condividi queste informazioni!
( Documenti tratti dal comunicato stampa del 25 marzo 2025 della Fondazione GIMBE, Bologna)
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