Un’Autonomia che esce demolita dalla sentenza. Sia per gli ambiti a cui puntava, sia per la strutturazione del percorso legislativo. Motivando i vari profili di illegittimità, la sentenza parte da una premessa: “Il popolo e la nazione sono unità non frammentabili, senza che siano in alcun modo configurabili ‘popoli regionali’ ”, con buona pace del disegno leghista e dei tavoli già in atto tra il ministro e i presidenti Zaia o Fontana
Oggi la sentenza motiva, punto per punto. Rimette al centro la coesione del Paese e la centralità del Parlamento, ristabilendo la gerarchia tra gli organi, che la legge Calderoli, di fatto, cancellava. Dunque, un’Autonomia tutta da rifare. Cosa accadrà ora con i referendum, che, con quesiti diversi, puntavano all’abrogazione totale e anche parziale dell’Autonomia in formato leghista? Villone, Presidente di 34testalsud, ritiene che vadano fatti.
Oggi la sentenza della Consulta motiva, punto per punto quella che può essere la strada del cambiamento nell'attuazione dei pricipi della Costituzione. Rimette al centro la coesione del Paese e la centralità del Parlamento, ristabilendo la gerarchia tra gli organi, che la legge Calderoli, di fatto, cancellava.
Augusto Barbera, Presidente della Consulta, a margine di un evento alla Camera, alza le mani per ora in attesa della prima pronuncia della Suprema Corte: “Noi abbiamo appena depositato la sentenza. Ora tocca all'ufficio centrale del referendum alla Cassazione, alla quale abbiamo trasmesso il testo perché deve verificare se ci sono le condizioni o meno per la consultazione referendaria. Questo è il primo dei passaggi, per gli altri si vedrà".
L’impossibilità di trasferire alle regioni alcune materie strategiche, dalle politiche energetiche a quelle ambientali, dal commercio estero all’ordinamento delle comunicazioni fino alla gestione delle grandi reti di trasporto e navigazione. Con alcuni limiti posti anche alle norme generali sull’Istruzione.
“Il popolo e la nazione sono unità non frammentabili, senza che siano in alcun modo configurabili ‘popoli regionali’ ”
“Il popolo e la nazione sono unità non frammentabili, senza che siano in alcun modo configurabili ‘popoli regionali’ ”, con buona pace del disegno leghista e dei tavoli già in atto tra il ministro e i presidenti Zaia o Fontana.
“La ricchezza di interessi e di idee di una società altamente pluralistica come quella italiana non può trovare espressione in un’unica sede istituzionale, ma richiede una molteplicità di canali e di sedi” dalle quali “ottenere anche politiche differenziate, in risposta a domande emergenti”
L’impossibilità di trasferire alle regioni alcune materie strategiche, dalle politiche energetiche a quelle ambientali, dal commercio estero all’ordinamento delle comunicazioni fino alla gestione delle grandi reti di trasporto e navigazione. Con alcuni limiti posti anche alle norme generali sull’Istruzione.
Massimo Villone, costituzionalista e Presidente di #34TestaalSud, analizza l’attuale situazione scaturita dalla sentenza 192/2024 della Consulta e traccia i probabili scenari. In particolare, per quanto riguarda il quesito referendario di abrogazione totale, il semaforo risulta essere verde. Questo ci ricorda che chi si oppone alla legge Calderoli non può in alcun modo abbassare la guardia, poiché la battaglia referendaria sarà lunga e impegnativa.
La lega prepara il blitz di fine anno contro la sentenza della Consulta.
A definire i LEP non sarà il comitato presieduto dal sig. Cassese, che la Corte ha bocciato, ma il Dipartimento per gli affari regionali, controllato da Calderoli. Per questi governanti la separazione dei poteri e le funzioni di controllo sono un fastidio, i vincoli si aggirano.
L'Italia e le sue Istituzioni reggono al tentativo della Lega che prova da 40 anni a disarticolare lo stato-nazione. Isaia Sales intervistato da Pietro Spirito ripercorre gli ultimi 40 di attività portata avanti dalla Lega contro l'unità del Paese.
Massimo Villone intervistato da "La Notizia"
Scarica PDFPietro Spirito nel suo articolo evidenzia come, ancora una volta, il fronte leghista ignora le decisioni della Corte costituzionale e ora della Cassazione, che hanno confermato la legittimità del referendum abrogativo della legge Calderoli. Nel contempo prende atto che, nonostante le decisioni assunte dal PD con la Schlein di chiedere il ritiro della legge Calderoli, al suo interno c'è qualcuno che incomincia a parlare di autonomia "buona".
L'unica autonomia buona è quella che sarà cancellata dagli italiani con il referendum.
La Cassazione ha deciso: il referendum si può tenere
Massimo Villone, Presidente di 34testalsud commenta la sentenza della Cassazione che ha deliberato sulla possibilità di tenersi del referendum abrogativo della legge Calderoli, anche dopo le illeggittimità rilevate dalla Corte Costituzionale. Prepariamoci a portare i cittadini del nord e del sud tutti al voto, per garantire a tutti uguali diritti. Villone evidenzia anche come, nonostante le pronunce della Corte, il governo e la Lega stiano facendo passare delle misure di favore nei confronti di alcune regioni del nord per favorire la Lega.
Giuliano Laccetti scrive al direttore del Corriere del Mezzogiorno per ribattere ad alcune riflessioni sulla sentenza della Cassazione comparse su questo giornale che ignoravano l'illegittimità sostanziale della legge Calderoli e ricorda quali sono le condizioni poste dalla Corte per andare avanti.
Pietro Massimo Busetta invita tutti, dopo la sentenza della Cassazione che ritiene legittimo il referendum abrogativo della legge Calderoli, a mobilitarsi e sensibilizzare i cittadini tutti sulla necessità di abolire la legge #spaccaitalia e andare a votare per raggiungere il quorum necessario.
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