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No all'autonomia differenziata, Sì all'equità sociale

Il mio blog

LA TRUFFA DEGLI ASILI NIDO AL SUD

 

Asili nido: il governo dimentica il PNRR


In questo nuovo video, Marco Esposito, giornalista e segretario di
#34testalsud svela un fatto clamoroso: nella riprogrammazione dei fondi per gli asili nido, il governo ha ignorato i nuovi asili costruiti con il PNRR, basando tutto sui dati del 2021.
Risultato? Chi ha fatto passi avanti rischia di essere tagliato fuori dai finanziamenti futuri.
Guarda il video e scopri come i numeri possono nascondere scelte politiche sbagliate.

fondi europei

Dai un’occhiata  Fondi Europei,  ATTENZIONE AL COFINANZIAMENTO: lo Stato ITALIANO nel bilancio 2028/2034 prevede di impegnare 16 miliardi per il centro-nord e solo  5 miliardi per il SUD! 

Ce lo spiega in maniera chiarissima il segretario di #34testalsud, Marco Esposito. 

Diffondiamo questo video, perché non possiamo accettare che il SUD sia sempre bistrattato! Condividete tutti e seguiteci sui nostri social! 

Istat e previsioni demografiche: tecniche o politiche?

Marco Esposito smonta l’apparente neutralità delle previsioni Istat sulla popolazione italiana. Il metodo adottato, che combina proiezioni soggettive su natalità, mortalità e flussi esteri, mentre mantiene fissa la migrazione interna Sud-Nord, produce uno scenario falsamente oggettivo, ma in realtà politicamente orientato. Il risultato? Si investe dove “ci sarà” popolazione, cioè al Nord; niente scuole, ospedali o servizi dove la popolazione si decide che è destinata a calare, cioè al Sud!

Lo spopolamento del Sud, destino o scelta?

Mosè Antonio Troiano, sindaco di San Paolo Albanese (PZ), lancia un accorato appello contro lo svuotamento delle piccole realtà territoriali, per invertire la rotta, fermare lo spopolamento, salvare le nostre tradizioni. 

Non è solo una questione di numeri, ma di identità. Di paesi che rischiano di restare vuoti, e di storie che rischiano di non essere più raccontate. 

Il declino non è un destino. È una scelta.

 Massimo Villone lancia l’allarme: il nuovo rapporto sulle aree interne parla chiaro — quasi il 90% dei Comuni del Sud perderà popolazione nei prossimi anni. 

Ma invece di intervenire per invertire questa tendenza, il Governo resta alla finestra, come rassegnato. 

Nel documento si parla di “declino cronico”, di strategie palliative, di territori da accompagnare con dignità verso la fine. Intanto i servizi scompaiono, i giovani fuggono, e le politiche restano ferme.
Così si prepara una “eutanasia territoriale” mascherata da previsione tecnica. 

Non possiamo accettarlo. Non possiamo rassegnarci a un’Italia che abbandona milioni di persone perché vivono nel posto “sbagliato”. 

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Campania: meno bambini, meno prof, meno futuro. L'aritmetica vince sulla scuola.
845 docenti in meno in Campania dal prossimo anno. Non perché abbiano dato le dimissioni di massa, ma perché il Ministero dell’Istruzione ha deciso che la denatalità è un’ottima scusa per tagliare. 

Non riformare, non investire, non immaginare. Tagliare.
Valditara parla di “opportunità”.  Definire così l'ulteriore impoverimento della scuola pubblica è un capolavoro di cinismo in perfetto "politichese" . Le classi-pollaio? Un dettaglio. Il tempo pieno? Roba da nord. 

L’idea di usare il calo demografico per migliorare la qualità didattica? Scartata, costa troppo.
La Campania, che già lotta ogni giorno contro dispersione scolastica, precarietà, assenza di servizi, si ritrova anche con meno insegnanti.
In pratica: meno risorse proprio dove ce ne sarebbe più bisogno. Un colpo alla scuola, certo. Ma soprattutto un colpo al futuro, che da queste parti è già un concetto fragile, a tratti proprio inesistente per i più deboli .
Il governo ha deciso che la scuola non è più lo strumento per cambiare il mondo, ma solo un costo da tagliare.
E mentre il Ministero fa i conti con la calcolatrice, noi continuiamo a farli con la realtà: una realtà in cui al Sud si nasce meno, sì, ma si cresce peggio.
E no, non è un’opportunità, caro ministro Valditara. Questa è una vergogna con la firma in calce.
È IMPOSSIBILE TACERE !

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Calderoli ci riprova-Il nuovo DDL: una trappola per il Sud

Marco Esposito denuncia il DDL sui LEP presentato da Calderoli come un tentativo di aggirare le indicazioni della Corte Costituzionale in materia di autonomia differenzi

Ed evidenzia necome il DDL vincoli i LEP alle "risorse disponibili". 

In pratica, le regioni più ricche potranno assicurare standard elevati ai propri cittadini, mentre quelle con meno risorse, come molte del Mezzogiorno, vedranno confermate le loro storiche carenze nei settori chiave come sanità, istruzione e trasporti. 


CALDEROLI CI RIPROVA


Il ministro Calderoli non si ferma e ha pronto il disegno di legge delega che in 41 articoli stabilisce come definire i Lep. 

Una bozza inquietante. Intanto i livelli essenziali delle prestazioni, che sono un obbligo costituzionale dal 2001, vengono direttamente agganciati, come moneta di scambio, all’autonomia differenziata. 

Poi nel merito non c’è nulla di concreto per indicare un percorso, gli obiettivi e i criteri per superare i divari territoriali nei servizi. Quante palestre scolastiche? Quanto tempo pieno alla primaria? Quale servizio di autobus? 

C’è l’impegno invece a scrivere Lep sull’organizzazione scolastica, lasciando intendere che sia quello il vero obiettivo dell’autonomia differenziata. 

Per il resto si replica il solito meccanismo di tempi serrati e di Parlamento marginalizzato del modello Calderoli. 

Pochi giorni (30, talvolta 15) alle Camere per dire la loro con la previsione esplicita che il Governo se ne può infischiare. 

Leggere per credere.



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Chi evade di meno in Italia? Friulani, lucani e siciliani.

Ancora una volta 34testalsud smaschera una narrazione falsa che riguarda il sud, in questo caso la questione riguarda l'evasione fiscale che si realizzerebbe al sud a discapito del nord. 

A nascondere ricchezza al fisco sono soprattutto i residenti in Valle d’Aosta, Lazio e Provincia autonoma di Bolzano mentre i territori dove in media l’evasione procapite è minore sono Sicilia, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. 

Ascolta la denuncia di Marco Esposito, segretario di 34testalsud.


diritto al voto fuorisede 34TestalSud sostiene la petizione

Ogni giorno migliaia di giovani del Sud si spostano per studiare e lavorare in altre città, contribuendo alla crescita di tutto il Paese.   Eppure quando arriva il momento di votare vengono sistematicamente lasciati fuori. È un’ingiustizia che non possiamo più tollerare In primavera saremo chiamati a esprimerci su 5 referendum cruciali, ma milioni di studenti e lavoratori fuori sede rischiano di essere esclusi perché non possono votare nel luogo in cui vivono. Sostieni anche tu la raccolta firme

MENO LAUREATI AL SUD, MA IL GOVERNO TAGLIA LE DETRAZIONI

Marco Esposito denuncia l'ennesima discriminazione nei confronti degli  studenti e delle università del sud. Il governo concede maggiori  detrazioni fiscali per chi è iscritto in una università del nord e molto meno per chi si iscrive in una università del sud.  

E' una chiara violazione dei principi di equità orizzontale: per  esemplificare uno studente di medicina con la stessa capacità  contributiva (ISEE) può detrarre al massimo 3.900€ se residente al Nord e  2.900€ se residente al Sud. 

Marco Esposito torna sul tema della crisi demografica che ha raggiunto ormai dimensioni non più  sottovalutabili. Questo tema non è nell'agenda dell'attuale  governo, che si limita a  ridurre il welfare al Sud spingendo i giovani a emigrare verso il nord. Noi ci opponiamo a questa scelta scellerata, vogliamo evitare l'emigrazione di tanti giovani verso l'estero e dal sud  verso il nord. Ma anche favorire i ricongiungimenti familiari dei migranti già presenti in Italia, per riprendere a crescere

I LEP al contrario

Marco Esposito, Segretario dell'Associazione 34 Testa al Sud denuncia i "Lep al contrario". Testa al Sud è a fianco dei sindaci affinché non si lascino derubare della possibilità di dare ai propri concittadini i servizi necessari. In questo caso si tratta di servizi sociali.  #Impossibiletacere   

Più Referendum popolari per battere Meloni e soci

 Massimo Villone invita tutti, partiti, movimenti e cittadini a lavorare immediatamente per i referendum sui quali siamo chiamati a esprimerci nei prossimi mesi e nello stesso tempo a far vivere in tutti i modi la  democrazia partecipata.

Il venir meno del referendum sull'AD reca un danno collaterale ai cinque ancora in campo, che comunque vanno sostenuti al meglio. Mentre, per il futuro, non si prospetta un ritiro della legge Calderoli, o una complessiva riscrittura in osservanza della sent. 192/ 2024. L'intenzione della destra è procedere con una nuova legge solo per una delega legislativa sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Che peraltro, richiedendo per l'effettività un costo, cadono sotto l'orizzonte oggi prevedibile, soprattutto in un o scenario di aumento delle spese militari e di dazi trumpiani. 

In tale contesto è giusto chiedere alle opposizioni parlamentari tutto l'impegno possibile, ma è inutile aspettarsi di più di quello che possono oggettivamente dare.

 Lo stravolgimento del Paese e della Costituzione non si blocca solo con la battaglia in assemblea. La sinistra deve scegliere. Timidezze e - più o meno - fraterne gelosie portano alla sconfitta, lasciando l'iniziativa alla destra. 

È il tempo di fare di più, e meglio 

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Massimo Villone e lo sketch di Totò " mica sono Pasquale io"

Massimo Villone torna sul tema dei referendum e invita ad una attenta osservazione sul modo di procedere di questa maggioranza: modifica le norme sottraendosi al giudizio popolare, se non quello quinquennale, che lui definisce "stanco rituale".  

Su tutte le riforme - continua Villone - si alza la richiesta pressante alle opposizioni di dare battaglia in Parlamento, ed è giusto. Ma, come ho scritto più volte, se la maggioranza rimane compatta le regole parlamentari non consentono alle opposizioni di prevalere. Al più, si può rallentare il processo decisionale, e nemmeno tanto. Alla fine, i numeri vincono. Dunque, non saranno le (sole) assemblee elettive a bloccare il disegno in atto di stravolgere il Paese e la Costituzione. 

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La destra di “governo” rinnega la destra “popolare”.

 Ai cittadini viene negato il diritto di esprimersi sul referendum per l'abolizione dell'Autonomia differenziata.

 Il prof. Massimo Villone, Presidente dell'associazione 34 testa al sud,  ritorna sulla decisione della Corte di non ammettere a referendum la legge Calderoli e evidenzia il ruolo dei referendum come strumento di democrazia diretta, sottolineando che la destra li teme e cerca di neutralizzarli. Spiega come  l’inammissibilità del referendum sia stata motivata in modo pretestuoso, non per reali problemi di chiarezza del quesito, ma per ostacolare la volontà popolare. E  propone di formulare un quesito più specifico, richiamando direttamente gli articoli dichiarati incostituzionali, per evitare ulteriori bocciature. Perciò è importante  che questa battaglia referendaria vada comunque portata avanti, sia per rafforzare il movimento contro l’autonomia differenziata, sia per impedire che il governo stravolga la Repubblica disegnata dalla Costituzione. 

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Il severo giudizio di Massimo Villone sulla sentenza della Corte, che ha negato agli italiani il diritto di esprimersi sull'abolizione della legge Calderoli. “La sentenza 192 ha prodotto - dice Amoroso - una "obiettiva non chiarezza dell'oggetto del quesito"; ciò che residua è difficilmente comprensibile per l'elettore; ne viene lesa, secondo la giurisprudenza della stessa Corte, la libera scelta dell'elettore, che spetta alla Corte tutelare; per la migliore tutela la Corte toglie all'elettore il diritto di votare dichiarando l'inammissibilità. Un ossimoro costituzionale? Tra l'altro aggravato dalla considerazione che il popolo sovrano può essere chiamato a pronunciarsi sull'Ad solo per la Calderoli, e non successivamente per le leggi approvative di singole intese , che, ancora in virtù della giurisprudenza costituzionale, saranno sottratte a referendum, in quanto leggi rinforzate. Con l'aggiuntivo paradosso che sull'Ad la Corte ha consentito (sent.118/2015) il voto al popolo veneto (inesistente, sent. 192/2024), mentre lo nega al popolo italiano (quello vero).” 

Ma quale ruolo può avere il popolo sovrano dopo questa decisione della corte, si chiede Massimo Villone e la risposta è: indire un nuovo referendum, che restituisca la parola al popolo sovrano. 

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