
Dal prossimo 8 giugno ai referendum, tutti i lavoratori e gli studenti FUORISEDE potranno votare nella città in cui vivono!
Un diritto negato per troppo tempo, soprattutto a chi dal Sud è stato costretto a spostarsi per studio o lavoro.
Marco Esposito, segretario di 34testalsud, invita tutti alla massima partecipazione.
Chi vota conta, chi vota decide, questo vale ancor di più per i fuori sede, lavoratori e studenti, che si spostando dal sud verso altre aree del paese!
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. che consente ai lavoratori e agli studenti fuori sede di votare in un Comune diverso da quello di residenza.
Finalmente viene garantito il diritto di voto a centinaia di migliaia di persone che, nel nostro Paese, vivono, sono in cura, studiano o lavorano temporaneamente lontano dal proprio Comune di residenza.
Per poter votare come fuori sede, le cittadine e i cittadini dovranno fare richiesta al Comune dove attualmente sono domiciliati, il quale dovrà contattare il Comune di residenza. Questo è il modello da utilizzare.
Campania: meno bambini, meno prof, meno futuro. L'aritmetica vince sulla scuola.
845 docenti in meno in Campania dal prossimo anno. Non perché abbiano dato le dimissioni di massa, ma perché il Ministero dell’Istruzione ha deciso che la denatalità è un’ottima scusa per tagliare.
Non riformare, non investire, non immaginare. Tagliare.
Valditara parla di “opportunità”. Definire così l'ulteriore impoverimento della scuola pubblica è un capolavoro di cinismo in perfetto "politichese" . Le classi-pollaio? Un dettaglio. Il tempo pieno? Roba da nord.
L’idea di usare il calo demografico per migliorare la qualità didattica? Scartata, costa troppo.
La Campania, che già lotta ogni giorno contro dispersione scolastica, precarietà, assenza di servizi, si ritrova anche con meno insegnanti.
In pratica: meno risorse proprio dove ce ne sarebbe più bisogno. Un colpo alla scuola, certo. Ma soprattutto un colpo al futuro, che da queste parti è già un concetto fragile, a tratti proprio inesistente per i più deboli .
Il governo ha deciso che la scuola non è più lo strumento per cambiare il mondo, ma solo un costo da tagliare.
E mentre il Ministero fa i conti con la calcolatrice, noi continuiamo a farli con la realtà: una realtà in cui al Sud si nasce meno, sì, ma si cresce peggio.
E no, non è un’opportunità, caro ministro Valditara. Questa è una vergogna con la firma in calce.
È IMPOSSIBILE TACERE !
REFERENDUM TRADITO - NOI NON CI FERMEREMO
Dopo aver dichiarato l’illegittimità di alcune parti della legge Calderoli, la Corte ha ritenuto che, sulla base delle proprie stesse modifiche, il quesito referendario non fosse più corrispondente alla “legge risultante”.
Un cortocircuito istituzionale che ha sottratto ai cittadini il diritto di esprimersi, trasformando un intervento di correzione giuridica in un ostacolo alla partecipazione democratica.
Massimo Villone critica la Corte Costituzionale, che ha giocato un ruolo determinante nell’affossare il referendum, con una scelta che è apparsa discutibile e politicamente rilevante. Ma anche l'atteggiamento passivo del Comitato promotore dopo la bocciatura del referendum.
Villone insiste sulla necessità di un'azione politica continua e incisiva, non solo per contrastare l'autonomia differenziata, ma anche per garantire strumenti democratici efficaci di partecipazione popolare.
Come rafforzare la nostra azione politica, mantenere la mobilitazione attiva e cercare nuove vie per far sentire la voce dei cittadini?
Villone propone di sollecitare il Parlamento a modificare la legge e consentire il voto online per i Referendum, che aiuterebbe a raggiungere più facilmente il quorum, e faciliterebbe la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese.
"NON CAPISCO E NON MI ADEGUO"
Pubblichiamo l'intervento integrale del prof. Massimo Villone, Presidente di 34 Testa al Sud, alla riunione del Comitato referendario del 21 marzo 2025.
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Marco Esposito denuncia il DDL sui LEP presentato da Calderoli come un tentativo di aggirare le indicazioni della Corte Costituzionale in materia di autonomia differenzi
Ed evidenzia necome il DDL vincoli i LEP alle "risorse disponibili".
In pratica, le regioni più ricche potranno assicurare standard elevati ai propri cittadini, mentre quelle con meno risorse, come molte del Mezzogiorno, vedranno confermate le loro storiche carenze nei settori chiave come sanità, istruzione e trasporti.
Perchè in questo momento la democrazia diretta è necessaria
Massimo Villone, partendo dalla bagarre scatenata a Montecitorio dalla Meloni attraverso la sua particolare lettura del Manifesto di Ventotene, che doveva servire a nascondere la frattura nel governo sulla politica estera all'odg del Consiglio europeo del giorno dopo, affronta di nuovo il tema della democrazia diretta, partendo dalla considerazione che il sistema rappresentativo mostra evidenti segni di crisi, con partiti e istituzioni che non rispondono più adeguatamente alle istanze della popolazione.
La democrazia diretta offre un correttivo a questa distanza, riequilibrando il rapporto tra elettori ed eletti.
Come raggiungere tale obiettivo.
Villone propone di facilitare le forme di partecipazioni alla vita pubblica dei cittadini attraverso, ad esempio, "le proposte di legge di iniziativa popolare" con obbligo di esame nelle aule parlamentari e non finire, come accade oggi, in un cassetto, ed il voto online per i referendum.
Strumenti che attribuiscono ai cittadini maggiore consapevolezza sulle decisioni politiche, favorendo un dibattito più informato e una cittadinanza più responsabile.
CALDEROLI CI RIPROVA
Il ministro Calderoli non si ferma e ha pronto il disegno di legge delega che in 41 articoli stabilisce come definire i Lep.
Una bozza inquietante. Intanto i livelli essenziali delle prestazioni, che sono un obbligo costituzionale dal 2001, vengono direttamente agganciati, come moneta di scambio, all’autonomia differenziata.
Poi nel merito non c’è nulla di concreto per indicare un percorso, gli obiettivi e i criteri per superare i divari territoriali nei servizi. Quante palestre scolastiche? Quanto tempo pieno alla primaria? Quale servizio di autobus?
C’è l’impegno invece a scrivere Lep sull’organizzazione scolastica, lasciando intendere che sia quello il vero obiettivo dell’autonomia differenziata.
Per il resto si replica il solito meccanismo di tempi serrati e di Parlamento marginalizzato del modello Calderoli.
Pochi giorni (30, talvolta 15) alle Camere per dire la loro con la previsione esplicita che il Governo se ne può infischiare.
Leggere per credere.
Da oggi tutti i lavoratori e gli studenti FUORISEDE potranno votare nella città in cui vivono!
Un diritto negato per troppo tempo, soprattutto a chi dal Sud è stato costretto a spostarsi per studio o lavoro.
Come 34 Testa al Sud, ci siamo battuti perché la nostra voce non fosse più esclusa dalle urne.
Questa è una battaglia vinta per la democrazia, ma anche per il diritto del Mezzogiorno di contare davvero.
Ora la sfida è garantire il 50%+1 di partecipazione
8-9 giugno il Sud vota! il Sud conta!
Ancora una volta 34testalsud smaschera una narrazione falsa che riguarda il sud, in questo caso la questione riguarda l'evasione fiscale che si realizzerebbe al sud a discapito del nord.
A nascondere ricchezza al fisco sono soprattutto i residenti in Valle d’Aosta, Lazio e Provincia autonoma di Bolzano mentre i territori dove in media l’evasione procapite è minore sono Sicilia, Basilicata e Friuli Venezia Giulia.
Ascolta la denuncia di Marco Esposito, segretario di 34testalsud.
Ogni giorno migliaia di giovani del Sud si spostano per studiare e lavorare in altre città, contribuendo alla crescita di tutto il Paese. Eppure quando arriva il momento di votare vengono sistematicamente lasciati fuori. È un’ingiustizia che non possiamo più tollerare In primavera saremo chiamati a esprimerci su 5 referendum cruciali, ma milioni di studenti e lavoratori fuori sede rischiano di essere esclusi perché non possono votare nel luogo in cui vivono. Sostieni anche tu la raccolta firme
Marco Esposito denuncia l'ennesima discriminazione nei confronti degli studenti e delle università del sud. Il governo concede maggiori detrazioni fiscali per chi è iscritto in una università del nord e molto meno per chi si iscrive in una università del sud.
E' una chiara violazione dei principi di equità orizzontale: per esemplificare uno studente di medicina con la stessa capacità contributiva (ISEE) può detrarre al massimo 3.900€ se residente al Nord e 2.900€ se residente al Sud.
Marco Esposito torna sul tema della crisi demografica che ha raggiunto ormai dimensioni non più sottovalutabili. Questo tema non è nell'agenda dell'attuale governo, che si limita a ridurre il welfare al Sud spingendo i giovani a emigrare verso il nord. Noi ci opponiamo a questa scelta scellerata, vogliamo evitare l'emigrazione di tanti giovani verso l'estero e dal sud verso il nord. Ma anche favorire i ricongiungimenti familiari dei migranti già presenti in Italia, per riprendere a crescere
Marco Esposito, Segretario dell'Associazione 34 Testa al Sud denuncia i "Lep al contrario". Testa al Sud è a fianco dei sindaci affinché non si lascino derubare della possibilità di dare ai propri concittadini i servizi necessari. In questo caso si tratta di servizi sociali. #Impossibiletacere
Massimo Villone invita tutti, partiti, movimenti e cittadini a lavorare immediatamente per i referendum sui quali siamo chiamati a esprimerci nei prossimi mesi e nello stesso tempo a far vivere in tutti i modi la democrazia partecipata.
Il venir meno del referendum sull'AD reca un danno collaterale ai cinque ancora in campo, che comunque vanno sostenuti al meglio. Mentre, per il futuro, non si prospetta un ritiro della legge Calderoli, o una complessiva riscrittura in osservanza della sent. 192/ 2024. L'intenzione della destra è procedere con una nuova legge solo per una delega legislativa sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Che peraltro, richiedendo per l'effettività un costo, cadono sotto l'orizzonte oggi prevedibile, soprattutto in un o scenario di aumento delle spese militari e di dazi trumpiani.
In tale contesto è giusto chiedere alle opposizioni parlamentari tutto l'impegno possibile, ma è inutile aspettarsi di più di quello che possono oggettivamente dare.
Lo stravolgimento del Paese e della Costituzione non si blocca solo con la battaglia in assemblea. La sinistra deve scegliere. Timidezze e - più o meno - fraterne gelosie portano alla sconfitta, lasciando l'iniziativa alla destra.
È il tempo di fare di più, e meglio
Massimo Villone torna sul tema dei referendum e invita ad una attenta osservazione sul modo di procedere di questa maggioranza: modifica le norme sottraendosi al giudizio popolare, se non quello quinquennale, che lui definisce "stanco rituale".
Su tutte le riforme - continua Villone - si alza la richiesta pressante alle opposizioni di dare battaglia in Parlamento, ed è giusto. Ma, come ho scritto più volte, se la maggioranza rimane compatta le regole parlamentari non consentono alle opposizioni di prevalere. Al più, si può rallentare il processo decisionale, e nemmeno tanto. Alla fine, i numeri vincono. Dunque, non saranno le (sole) assemblee elettive a bloccare il disegno in atto di stravolgere il Paese e la Costituzione.
Ai cittadini viene negato il diritto di esprimersi sul referendum per l'abolizione dell'Autonomia differenziata.
Il prof. Massimo Villone, Presidente dell'associazione 34 testa al sud, ritorna sulla decisione della Corte di non ammettere a referendum la legge Calderoli e evidenzia il ruolo dei referendum come strumento di democrazia diretta, sottolineando che la destra li teme e cerca di neutralizzarli. Spiega come l’inammissibilità del referendum sia stata motivata in modo pretestuoso, non per reali problemi di chiarezza del quesito, ma per ostacolare la volontà popolare. E propone di formulare un quesito più specifico, richiamando direttamente gli articoli dichiarati incostituzionali, per evitare ulteriori bocciature. Perciò è importante che questa battaglia referendaria vada comunque portata avanti, sia per rafforzare il movimento contro l’autonomia differenziata, sia per impedire che il governo stravolga la Repubblica disegnata dalla Costituzione.
Il severo giudizio di Massimo Villone sulla sentenza della Corte, che ha negato agli italiani il diritto di esprimersi sull'abolizione della legge Calderoli. “La sentenza 192 ha prodotto - dice Amoroso - una "obiettiva non chiarezza dell'oggetto del quesito"; ciò che residua è difficilmente comprensibile per l'elettore; ne viene lesa, secondo la giurisprudenza della stessa Corte, la libera scelta dell'elettore, che spetta alla Corte tutelare; per la migliore tutela la Corte toglie all'elettore il diritto di votare dichiarando l'inammissibilità. Un ossimoro costituzionale? Tra l'altro aggravato dalla considerazione che il popolo sovrano può essere chiamato a pronunciarsi sull'Ad solo per la Calderoli, e non successivamente per le leggi approvative di singole intese , che, ancora in virtù della giurisprudenza costituzionale, saranno sottratte a referendum, in quanto leggi rinforzate. Con l'aggiuntivo paradosso che sull'Ad la Corte ha consentito (sent.118/2015) il voto al popolo veneto (inesistente, sent. 192/2024), mentre lo nega al popolo italiano (quello vero).”
Ma quale ruolo può avere il popolo sovrano dopo questa decisione della corte, si chiede Massimo Villone e la risposta è: indire un nuovo referendum, che restituisca la parola al popolo sovrano.
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